giovedì 15 dicembre 2011

Il fascista che non t'aspetti

Vivendo all'estero, fa sempre piacere aggiornarsi sulle ultime tendenze della società italiana. Ad esempio, a causa dei recenti fatti di cronaca, ho raccolto qualche notizia su questo inedito fenomeno dei fascisti atipici di CasaPound, fenomeno che, forse proprio a causa della sua eccentricità, ignoravo totalmente. Pensavo infatti, nella mia ingenuità, che si trattasse di comuni fascisti. Ho invece appreso, tanto per cominciare, che il punto di riferimento politico del movimento sarebbe Benito Mussolini. È pur vero che la loro bandiera ha una casuale somiglianza cromatica con quella del Terzo Reich, ma non bisogna farsi ingannare perché, tanto per dire, la loro ala studentesca sfila con bandiere nere graziosamente decorate da una folgore bianca. Visti in foto, sono tendenzialmente rasati e vestono per lo più giubbotti di pelle nera e anfibi. Tra le manifestazioni inedite, si segnalano pellegrinaggi a Predappio e celebrazioni della Marcia su Roma. Ma quel che vale la pena sottolineare è la spiccata vocazione intellettuale di questa eclettica compagine: oltre a fregiarsi del nome di un famoso poeta (per di più straniero!), risulta infatti che abbiano un forum online chiamato "ideodromo", e una band che suona brani intitolati, tra l'altro, "nel dubbio mena" e "cinghiamattanza". All'udire quest'ultimo, i militanti usano togliersi la cintura e prendersi a cinghiate a vicenda.

giovedì 27 ottobre 2011

Litigation mentality

LA DISCORDIA
Di citatorie piene e di libelli,
d'essamine e di carte di procure
avea le mani e il seno, e gran fastelli
di chiose, di consigli e di letture;
per cui le facultà de' poverelli
non sono mai ne le città sicure.
Avea dietro e dinanzi e d'ambo i lati
Notai, procuratori et avocati.
(Ariosto, Orlando Furioso, XIV, 84, a cura di C. Segre, Mondadori, Milano, 1976)

martedì 11 ottobre 2011

Wu Ming e la complessità dello stile

Il prestigioso The Independent si chiede come facciano i Wu Ming "a ottenere narrativa di tale potenza e complessità da un lavoro collettivo". Sulla potenza dei post di Giap (la stanza dei bottoni di Wu Ming!) non mi arrischio, ma quanto alla complessità non ci sono dubbi: una miscela esplosiva tra Lotta Comunista (“il capitalismo è in ogni momento contraddizione in processo”), il “discorso del bivacco” a contrario (“in questi giorni non si parla a vanvera, la realtà morde il culo e ogni frase è una chiamata alle armi”) e Sergio Corbucci (“il suo nome è moltitudine”). Roba da capogiro. Se poi ci soffermiamo sul vocabolario, c'è da vacillare per lo sforzo. Prendete l'ultimo: si parla di un "agente collettivo di enunciazione" impegnato in una "contronarrazione": un misto di diritto societario ed estetica postmoderna. Il problema è che se uno si concentra tanto sulla complessità dello stile, può sfuggire che tante volte il contenuto è assai modesto. Come quelle trattorie alla buona che scrivevano sul menù "torta di mais" e "pesce veloce del Baltico", e poi servivano polenta e baccalà.

domenica 9 ottobre 2011

Travaglio: le turbative esterne e le indicibili pressioni


L'articolo di Marco Travaglio sul processo di Perugia annovera qualche pezzo di repertorio francamente esemplare. Lasciando da parte la questione dell'innocenza o della colpevolezza, che non ci interessano. Il primo, ovviamente, è la consueta attitudine di insegnare alle procure che si lasciano sfuggire una condanna come si fanno le cose, attitudine qui immalinconita da un velo di rammarico: "Ah..! se solo la Procura avesse messo in cassaforte la confessione di Amanda...". Una modesta proposta per ovviare ai problemi dei fondi per la giustizia: passiamo tutto a Travaglio. Condanne multiple e senza lamentarsi dell'assenza della carta delle fotocopie: tanto non verbalizza.

sabato 17 settembre 2011

Oh signur! (dal tetto natio)

La scelta del "Va' Pensiero" come Inno ufficiale della Padania è una delle bizzarrie della nostra vita politica. In realtà, ha una spiegazione piuttosto semplice che risiede in due vizi comuni dalle nostre parti: pigrizia mentale e ignoranza.
Quanto al primo, c'è poco da dire. "Va' pensiero" è sempre stato il primo candidato a sostituire "Fratelli d'Italia". Gran parte di quelli che disprezzavano l'Inno di Mameli (ed erano, fino a qualche anno fa, legioni) agitavano gli avambracci in ampi segni circolari di approvazione al solo sentir nominare il coro del Nabucco. Come a dire: "quello sì, sarebbe un inno..." La Lega si è solo accodata. A parziale giustificazione, c'è da dire che l'esercizio di fantasia richiesto era da far vacillare: difficile trovare un inno nazionale quando non c'è la nazione (non dico lo stato, dico proprio la nazione...).

venerdì 29 luglio 2011

Blut und boden à la vigneronne

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Leggo su un post di Wu-Ming che “i dialetti del Nord Italia vanno riscattati dalla pesante ipoteca leghista” e che “lasciare che fossero quei loschi figuri a sventolare strumentalmente il vessillo dei vernacoli e delle parlate 'minori' è stato un grave errore della sinistra”. Da un po’ di tempo a questa parte circola questa formula: “lasciare a x il tema y è stato un grave errore della sinistra”. A scorrere tutte le versioni, ne esce una litania: “lasciare alla destra il tema della sicurezza   è stato il più grande errore della sinistra”, “lasciare alla destra il tema delle liberalizzazioni – è stato il più grande errore della sinistra” et cetera, ad libitum. Ora si scopre che la sinistra ha sbagliato a lasciare ai leghisti la protezione del piemontese monferrino, del bergamasco e del friulano, concentrandosi eventualmente sul formaggio di fossa, sulla salama da sugo e sulla cinta senese.